▷ AIUTA L'INFORMAZIONE LIBERA, SOSTIENICI: https://donazioni.radioradio.it/ Nell’emiciclo di Strasburgo, il clima è rovente: la mozione di #sfiducia contro Ursula #vonderLeyen scuote la politica europea come un improvviso temporale estivo. Tutti gli occhi sono puntati sulla presidente della Commissione europea, accusata di scarsa trasparenza e di aver gestito in modo opaco la trattativa con Pfizer durante la pandemia. Ma la vera posta in gioco è molto più ampia: si tratta di una battaglia tra visioni opposte dell’Europa, tra chi invoca rigore democratico e chi denuncia tentativi di destabilizzazione orchestrati dagli "amici di Putin". La mozione, presentata dall’eurodeputato rumeno Gheorghe Piperea del gruppo dei Conservatori e Riformisti, prende le mosse dallo "Pfizergate", ma si trasforma presto in un atto d’accusa generale contro il metodo von der Leyen. In Aula, la presidente non si tira indietro e risponde con fermezza: "Il testo è stato firmato dagli amici di Putin. Sono movimenti alimentati da cospirazioni e complottismi, che vogliono polarizzare le nostre società inondandole di disinformazione". Von der Leyen parla di "caccia alle streghe" e di un’Europa che deve restare unita di fronte alle sfide esterne e interne. Il dibattito si fa acceso. Manfred Weber, presidente del Partito Popolare Europeo, dichiara senza esitazioni: "Voteremo unanimemente contro. Questa mozione non è altro che una trovata pubblicitaria dell’estrema destra per riconquistare credibilità agli occhi dei propri elettori". Dall’altra parte, Fabrice Leggeri, a nome dei Patrioti, accusa: "Lei, presidente, ha agito da sola, fuori dal quadro democratico. L’Europa è governata all’oscuro dei popoli". La situazione politica è complessa. I tre principali gruppi europei – popolari, socialisti e liberali – non sosterranno la mozione, rendendo praticamente impossibile il raggiungimento della maggioranza dei due terzi necessaria per far cadere la Commissione. Tuttavia, il gruppo dei Socialisti e Democratici valuta l’astensione, segno di un malcontento crescente per una leadership giudicata troppo sbilanciata a destra. "Il sostegno a von der Leyen non è garantito", trapela da una riunione a porte chiuse. "Si aspettano segnali nelle prossime 48 ore sulla tenuta della piattaforma europeista". Tra i partiti italiani, la Lega e il Movimento 5 Stelle annunciano il voto a favore della sfiducia, mentre Fratelli d’Italia, pur tra mille imbarazzi, si smarca: "Non perché non condividessero alcuni motivi di censura, ma perché la considerano un errore, un grande regalo ai nostri avversari politici", spiega Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr. Il voto è fissato per giovedì e, salvo colpi di scena, la mozione non passerà. Ma il messaggio è chiaro: la fiducia in Ursula von der Leyen non è più granitica e il Parlamento europeo, mai come ora, appare spaccato tra chi difende l’attuale Commissione e chi chiede un cambio di rotta. "Siamo entrati in una lotta tra democrazia e illiberalismo", conclude von der Leyen. Come ne uscirà Ursula è il vero punto interrogativo. "Purtroppo paradossalmente si rafforzerà", sostiene l'ex eurodeputato Antonio Maria Rinaldi: "I numeri per mandarla via dopodomani non ci saranno, quindi di fronte a una mozione di sfiducia che viene respinta, uno si rafforza. E' quello che succede anche in Italia quando si fa una mozione di sfiducia al governo: se non passa, si rafforza il governo; paradossalmente adesso questa mozione la rafforza, perché dirà che non l'abbiamo fatta cadere e per di più ha contato i suoi". Ascoltate nel video il focus con il prof. Geminello Preterossi e Diego Fusaro. ▷ ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE: https://bit.ly/2MeYWI7 ▷ ULTERIORI APPROFONDIMENTI SU: https://www.radioradio.it/

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